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Quando la mancanza di rispetto indossa la toga

La mancanza di rispetto e la supponenza di alcuni magistrati nei confronti degli avvocati hanno raggiunto vette inesplorate.

Il 28 luglio 2022 un magistrato (volutamente con la “m” minuscola) del Tribunale di Milano fissa udienza cautelare al 9 agosto alle 9:00 per comparizione parti.

Mi organizzo, sono in ferie, prendo il biglietto aereo per essere certo di trovare posto.

Il giorno 08 agosto prendo l’aereo e parto per Milano.

Il 09 agosto alle 9:00 mi presento davanti alla stanza del giudice (volutamente con la “g” minuscola), con il cliente, presente personalmente anche lui.

Il magistrato (volutamente con la “m” minuscola) mi dice di aver fissato udienza da remoto con provvedimento dell’8 agosto. Io l’8 agosto ero in viaggio per Milano.

Trovo davvero maleducato ed irrispettoso questo approccio, visto che il magistrato (volutamente con la “m” minuscola) già dal 28 luglio avrebbe potuto disporre l’udienza da remoto.

La protervia e l’arroganza della casta del diritto, che non deve rendere mai conto a nessuno, nemmeno quando sbaglia, non può e non deve essere più tollerata. A parti invertite, vale a dire se fosse stato il magistrato (volutamente con la “m” minuscola) a dover prendere un aereo per arrivare puntuale ad un appuntamento per poi sentirsi dire l’incontro era stato fissato da remoto poche ore prima, l’avvocato sarebbe state messo in croce per “reato di lesa maestà”.

Non ho potuto mandare a quel paese il magistrato (volutamente con la “m” minuscola) in questione perché insultare l’arbitro che deve decidere sulle sorti del proprio assistito non è mai una buona idea.

Ma l’omuncolo che deve decidere delle sorti del mio cliente resta comunque un magistrato con la “m” minuscola.

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