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Non hai monete per il parcheggio? Multa confermata se non lo provi.

Corte di Cassazione Sezione 6 2 Civile Ordinanza 7 gennaio 2022 n. 277

L’onere della prova che la condotta vietata sia stata posta in essere senza colpa, e di aver fatto “tutto il possibile per osservare la legge”, cosicché “nessun rimprovero possa essergli mosso”, rimane a carico dell’agente.

(OMISSIS) proponeva opposizione dinanzi al Giudice di Pace di Firenze contro una ordinanza ingiunzione emessa dalla locale Prefettura a fronte di una contravvenzione all’obbligo di pagamento della tariffa per la sosta di un veicolo sulla pubblica via. Il Giudice di Pace dichiarava inammissibile il ricorso. L’odierno ricorrente interponeva appello, che veniva respinto dal Tribunale di Firenze con la sentenza oggi impugnata, con la quale veniva accertata l’effettiva violazione della norma del codice della strada, da parte del trasgressore, e la mancanza della prova della buona fede del medesimo. Il ricorso, proposto dall’ (OMISSIS) per la cassazione di detta decisione, e’ articolato in due motivi, con i quali si deduce la violazione o falsa applicazione di plurime norme di legge, in relazione all’articolo 360 c.p.c., comma 1, n. 3. Ad avviso del ricorrente, la circostanza che i parchimetri predisposti dal Comune di Firenze per il pagamento della tariffa di sosta non accettassero banconote o carte di credito, unitamente al fatto che egli non aveva monete con se’ al momento del fatto contestatogli, avrebbe legittimato la sosta del suo veicolo anche in difetto di adempimento dell’obbligo di pagamento della relativa tariffa.

I due motivi, che meritano di essere trattati congiuntamente, sono inammissibili poiché, come correttamente accennato dal Tribunale, in materia di sanzioni amministrative vige il principio per cui è sufficiente la prova della condotta commissiva od omissiva contemplata dalla norma, dovendosi – in tal caso – presumere la sussistenza dell’elemento oggettivo in capo al trasgressore (cfr. sul punto, ex multis, Cass. Sez. U, Sentenza n. 10508 del 06/10/1995, Rv. 494184 e Cass. Sez. 3, Ordinanza n. 26306 del 07/11/2017, non massimata). L’onere della prova che la condotta vietata sia stata posta in essere senza colpa, e di aver fatto “tutto il possibile per osservare la legge”, cosicché “nessun rimprovero possa essergli mosso”, rimane a carico dell’agente (Cass. Sez. L, Sentenza n. 16320 del 12/07/2010, Rv. 614381; conf. Cass. Sez. 62, Ordinanza n. 19759 del 02/10/2015, Rv. 636814; Cass. Sez. 2, Ordinanza n. 33441 del 17/12/2019, Rv. 656323). Il quale nel caso di specie non lo ha assolto, secondo la valutazione in punto di fatto svolta dal giudice di merito, non utilmente sindacabile in questa sede posto che il motivo di ricorso non può mai risolversi in un’inammissibile istanza di revisione delle valutazioni e del convincimento del giudice di merito tesa all’ottenimento di una nuova pronuncia sul fatto, estranea alla natura ed ai fini del giudizio di cassazione (Cass. Sez. U, Sentenza n. 24148 del 25/10/2013, Rv. 627790).

Sarei lieto se anche la Pubblica Amministrazione entrasse nel terzo millennio, ma mi accontenterei anche se uscisse dal medioevo e provasse a fare un timido ingresso in un blando rinascimento

Roberto Smedile

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